domenica 6 luglio 2014

Considerazioni


E’ terminata la prima edizione di Testimonianze Ceramiche. Per tre giorni la mia città ha avuto il piacere di ospitare tre eccellenze della ceramica italiana: Claudia Casali (direttrice del Museo Internazionale della ceramica in Faenza), Nicola Boccini (artista) e Silvia Imperiale (esperta in comunicazione).
Ho voluto organizzare le testimonianze in due location differenti: Castello Episcopio e Piazzale Santa Sofia, il primo perché ospita il Museo della Ceramica, il secondo perché nel cuore del quartiere. 
Ho così chiesto supporto a chi il Museo lo dirige (le istituzioni locali) e a chi il quartiere lo vive (gli artigiani).  
Il supporto richiesto è stato quello di essere presenti all’evento.
Personalmente, prima dell’arrivo dei relatori, sono passato in tutte le botteghe ed ho invitato i nostri Maestri all’evento. 
Lo stesso ho fatto con le istituzioni.  Molti mi hanno motivato e supportato, alcuni mi hanno offeso, altri ancora mi hanno ignorato.
Ho deciso per questo di ritornare con i relatori, per farli conoscere personalmente il Museo, il quartiere delle Ceramiche e quante più botteghe possibili. 
In due giorni abbiamo visitato tutto quello che abbiamo potuto, senza privilegi.
E’ arrivato ora il momento di trarre delle conclusioni. Lo faccio a titolo personale, ci tengo a sottolinearlo.
Quelle che inizialmente ritenevo essere solo testimonianze si sono trasformate in lezioni di ceramica e di vita.
I relatori hanno supportato l’evento con straordinaria passione ed umiltà.
Per passione sono riusciti a ritagliarsi un paio di giorni fra tremila impegni, da dedicare a me e a noi tutti, per portare un contributo con umiltà.
Un contributo che alcuni hanno accolto a braccia aperte, offrendo ospitalità, generosità ed il coraggio di ricambiare, non solo con la presenza ma anche con la modestia. 
Purtroppo ho notato anche una presunzione radicata, velata nei palazzi di città o barricata all’interno di molte botteghe.
Sono deluso da molti “Maestri” che preferiscono chiudersi in uno stato di superiorità e di convinzione.
Sono deluso dalle “Istituzioni locali”. In questi due giorni le poltrone di chi dovrebbe essere interessato sono state occupate solo temporaneamente e solo per dovere.
Il vuoto lasciato da quelle poltrone nei due giorni dell'evento è lo stesso vuoto che negli anni ha creato una voragine così profonda da far precipitare la cultura della mia città negli abissi.
Fortunatamente negli occhi di tutti i presenti (relatori, artigiani, artisti o semplici curiosi) ho visto brillare una luce.
Una luce accesa dalla passione. Una passione che porta persone a percorrere chilometri per raccontare una storia. Una passione che porta molti artigiani ad aprire le porte delle case e delle botteghe senza paura del confronto. Una passione che porta molti ceramisti, giovani e meno giovani, ad ascoltare delle Testimonianze e ad accomodarsi su delle sedie,  senza pensare a chi le abbia posizionate e perché lo abbia fatto.
Una passione che ho visto vivere, o forse rivivere,  in questi due giorni.

Grazie  ai Relatori, per quello che mi hanno insegnato,
Grazie alla Regione e all’Arti per avermelo permesso,
Grazie a tutti i presenti per il supporto. 

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